Sappiamo che una moneta è simile a una medaglia, ma quest’ultima è un premio, serve a riconoscere il valore di qualcuno, come un atleta che ne vince una, magari d’oro. Le medaglie hanno due facce, una sotto ed una sopra. Pure le monete hanno due facce, raramente si possono vincere e per procurarsele bisogna lavorare o fare qualcosa di alternativo al lavoro. Le due facce si chiamano così perché spesso c’è sopra l’immagine di qualcuno di molto importante, magari un re. Ogni faccia di una medaglia è il rovescio dell’altra, cioè sta dalla parte opposta. Basta girare una medaglia per vederne il rovescio e se quest’ultimo è uguale all’altro la prima cosa che viene in mente è la non autenticità della moneta o medaglia che sia. Un tempo Napoli aveva due re, De Laurentiis e Higuain e tutti noi napoletani li abbiamo amati. Ma l’amore, si sa, non vuole pensieri così come i bei sogni e noi napoletani amiamo amare e sognare più di chiunque altro. Entrambi sono stati sommersi da amore nel momento in cui uno ha comprato e l’altro ha segnato. Un amore che è stato enormemente più grande di quanto quei due abbiano ricambiato. D’altronde, i sogni sono fatti così, servono a illudere e quando ci si sveglia e ci si guarda intorno quel che rimane è la solita squallida realtà di chi è stato tradito, sfruttato, insultato, preso in giro. Ma torniamo alle due facce non delle medaglie, ma in questo caso delle monete. Quei due hanno fatto di tutto per essere coniati sulla stessa moneta. I loro volti barbuti risplendono, pur se opposti l’uno all’altro, sullo stesso materiale metallico scadente di cui sono fatti gli spiccioli. Non hanno mai capito nulla sull’amore di un popolo intero per il calcio, per la propria squadra, che è anche la propria famiglia, per il proprio essere napoletani e per la propria città. Le loro facce condividono entrambi quel materiale freddo, opaco, ridicolmente presuntuoso, che davanti all’amore con l’A maiuscola non accenna neanche a un principio di fusione, semplicemente perché ottuso. Entrambi oltraggiano ciò che noi abbiamo di più caro, oltre alla fiducia che gli abbiamo regalato. Uno non fa altro che insultare sistematicamente i nostri simboli come la nostra passione per la squadra, la napoletanità, finanche a schernire pure la pizza. L’altro, parimenti, schiuma odio vantandosi di aver ricambiato l’odio ricevuto, segnando 6 gol contro di noi in 8 partite. Quest’ultimo ha la memoria corta, perché, prima del suo trasferimento nell’unica squadra al mondo che Napoli non gli avrebbe perdonato, aveva ricevuto amore vero e solo una moneta fatta di materiale scadente non l’avrebbe capito. Nell’esprimere il suo odio si è dimenticato, oltre all’amore ricevuto, pure di quei club, Chelsea, Milan, la stessa Juventus, che in seguito si sono poi sbarazzati di lui, per i suoi, diciamo, limiti caratteriali. Ecco cosa rende uguali quelle due facce della stessa moneta: il limite di non aver mai capito ciò che circonda le loro facce stampate su quegli inutili spiccioli.