Che noia! Ancora fascismo e antifascismo. La nevrosi ossessiva della sinistra italiana, acuita dalla povertà dei pochi temi rimasti sotto il proprio dominio, non accenna a ridursi. Da quelle parti oggi si immaginano come eroici partigiani in una battaglia contro presunti invasori nazifascisti a poco meno di novant’anni dalla fine della guerra. Nessuna accettazione della libera democrazia, dove destre, sinistre, moderati e qualunque altra forma di espressione politica moderna, possano convivere pacificamente attraverso l’elettorato. Se in Italia oggi non ti dichiari antifascista, per la “Polizia morale” di sinistra sei certamente fascista, non certo perché giustifichi o approvi il concetto di fascismo, ma solo perché ti sei permesso di non accettare questa omologazione semplicistica. Per costoro non è previsto che una qualunque coscienza, senza dimenticare la storia nella sua complessità, possa rifiutarsi di sottostare a questo schema. Peraltro, il cosiddetto antifascismo per i compagni di oggi non è considerato una semplice opinione, ma la militanza in partiti, organizzazioni sociali o culturali con i quali chiunque avrebbe il pieno diritto di non voler avere nulla a che fare. La gente che vota, anche se in pochi rispetto all’atteso, lo ha capito molto bene e si comporta di conseguenza, visti i miseri risultati ottenuti dal centrosinistra.
Qualche giorno fa sul talk tv Quarta Repubblica il dibattito si accendeva proprio su questa astrattezza. Scurati sarebbe stato censurato dalla Rai o no? Se si, per quale motivo? Se no, perché la sinistra insorge contro una censura mai avvenuta? Se sì, chi avrebbe perpetuato quella censura si sarà reso conto che il mezzo televisivo raggiunge solo qualche centinaio di migliaio di spettatori e il web, dove il monologo è stato ampiamente diffuso, decine di milioni di persone? Non credo che queste domande otterranno mai risposte decisive, ma ciò che suscitava quel dibattito sterile era, come di consueto, la noia sul solito dualismo fascismo/antifascismo. Il filosofo, non certo di destra, Massimo Cacciari in passato ha sostenuto: «Antifascismo è diventato una parola vuota da quando non è più declinata o incarnata in dei progetti. È come dire che bisogna essere sempre onesti, o che la mamma è buona. Sono concetti generici Il mondo contemporaneo non presenta blocchi sociali o interessi di classe che portino a totalitarismi fascisti come sono stati quelli del Novecento». Aggiungerei io, a proposito di totalitarismi: “a parte quelli comunisti attualissimi nel mondo”, se vogliamo riportare il termine “fascismo” a un nefasto progetto politico del passato e non a un’etichetta…
Ma si sa, a sinistra occhio non vede…