L’Associazione degli esuli della Venezia Giulia e Dalmazia ha stimato che in Italia esistono almeno undici strade dedicate al maresciallo Tito, comunista, massacratore degli esuli italiani e protagonista degli eccidi delle foibe. A Reggio Emilia, a Parma, a Cornaredo, in Lombardia, a Nuoro, in tanti piccoli comuni italiani si omaggiano dittatori feroci, ma comunisti. Non mancano mai tributi a Mao Tse Tung, a Che Guevara, a Stalin, presente nella toponomastica di tante città, così come Lenin, gettonatissimo dai sindaci di sinistra e ricordato con una strada a Roma. Così come è facile imbattersi in via Ho Chi Minh, in via Rivoluzione d’Ottobre, come fossero personaggi ed eventi da ricordare e idolatrare per aver dato un contributo positivo all’unanimità. Cosa diremmo tutti se esistesse una via intitolata a Josef Mengele o ad Adolf Hitler, al netto di qualche idiota che ne propone l’istituzione. D’altronde qualcuno disse che l’estremismo è troppo facile. Hai la tua posizione e basta. Non devi neanche pensare. E quando vai lontano verso destra trovi gli stessi idioti che vedi a sinistra. Il problema è che il nostro è un paese per vecchi, (non persone, ma slogan). Tutti quelli che si fregiano di auto definirsi antifascisti e mai antitotalitari, in realtà sono auto distratti da stereotipi che essi stessi alimentano.
A proposito di idolatria e strade, è morto a 73 anni Gino Strada, uno di cui ho apprezzato molto di ciò che ha fatto, ma nulla o quasi di ciò che ha detto. Probabilmente, per il tipo che era, questa celebrazione totemica non l’avrebbe apprezzata.
Condoglianze alla famiglia e un “fatevi furbi” ai santificatori post mortem.