Lo strano caso di Roberto Saviano e del capitalismo criminale

I Romani usavano l’espressione gratias agere ovvero “rendere grazie”. Quando si pronuncia “grazie” anche davanti a un piccolo gesto, magari solo dinanzi all’intenzione, vi si attribuisce un inestimabile valore che nobilita oggetto e soggetto, una gratitudine sentita che è propria di chi percepisce l’intima statura delle cose, l’altezza di quel valore riconosciuto.

Roberto Saviano, in occasione dell’arresto di Maria Licciardi, nota esponente di una famiglia camorristica di Secondigliano, quella che ha ispirato il personaggio di “Scianel” nella serie TV Gomorra, ha scritto un articolo sul Corriere della Sera. È una sorta di lunga biografia criminale della protagonista dell’arresto e fin qui nulla di singolare.

https://www.google.it/amp/s/www.corriere.it/cronache/21_agosto_08/maria-licciardi-violenze-droga-l-alleanza-chi-boss-che-ispiro-scianel-4aea85c8-f7ba-11eb-83a2-ddb3d15a828f_amp.html

Per Maria Licciardi la famiglia è la radice di ogni profitto, di ogni ricatto, di ogni guerra. Se non esistesse il concetto di famiglia non esisterebbero le organizzazioni criminali. La famiglia è innanzitutto organizzazione, è mutuo soccorso ma solo verso chi ha il «merito» di condividere lo stesso sangue. Il matrimonio è un patto economico tra gruppi. I figli sono protezione del patrimonio e eredità. Le amicizie sono momentanee e utili se arrecano vantaggio. Chi crede che questo sia solo un comportamento delle famiglie criminali non ha abbastanza studiato le famiglie del capitalismo contemporaneo, macchina di controllo e competizione, di accordo e feroce ricerca di profitto. La criminalità organizzata è soltanto capitalismo nudo, senza infingimenti, e il concetto di famiglia di Maria Licciardi non è il solito familismo amorale di Banfield quanto piuttosto la regola della concorrenza, della competizione, del colpire prima di essere colpiti, di trovare la strada per ricattare, comandare, arricchirsi. 

Orbene, la suggestione sillogistica tra i matrimoni camorristici che servono a consolidare patti economici tra famiglie criminali così come quelli tra famiglie capitalistiche, suona come capitalismo = criminalità organizzata. Non è questa la sede per commentare una simile equazione, ma prima del 2006, anno di uscita del suo fortunato best seller, chi era Roberto Saviano? La Casa editrice del volume era un’anonima tipografia dell’Havana,  finanziata direttamente dal Comandante Fidel e distribuita gratuitamente in tutto il mondo o era l’Editore più capitalista d’Italia. Già, perché il Gruppo Mondadori ha continuato poi a contrattulizzarlo, nonostante Saviano sostenesse che i capitalisti  come Mondadori fossero come il boss Gennaro Savastano. A proposito di Gennaro Savastano, ma Sky non è era ed è uno dei gruppi mediatici più capitalisti della terra? E il successo della serie Gomorra in tutto il mondo lo si deve a pericolose macchine di controllo e competizione, di accordo e feroce ricerca di profitto che perseguono la regola della concorrenza, della competizione, del colpire prima di essere colpiti, di trovare la strada per ricattare, comandare, arricchirsi? Molto probabilmente la risposta è affermativa, ma non importa, perché nessuno pretende che Saviano, come gli antichi romani, renda grazie agli artefici del suo successo, a cui lui non sembra rinunciare affatto, ma semplicemente gli si chiede di non prendere per i fondelli un intero mondo che vive, volendo o no, di un capitalismo che, seppur spietato, egli paragona alle dinamiche criminali di chi il profitto lo cerca ammazzando, sottomettendo, togliendo la libertà di essere individui, un po’ come in quei luoghi dove gente come Saviano il capitalismo lo ha abbattuto immaginando un’alternativa rivelatasi peggiore del capitalismo stesso.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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