Nazifascista a chi!

Ora e sempre Resistenza! Lo slogan degli anni che furono riecheggia ancora oggi nelle posizioni di un certo Pagliarulo Gianfranco. Comunista, dal 1974 funzionario della federazione milanese del PCI fino allo scioglimento del partito. Aderisce poi a Rifondazione Comunista, di cui è responsabile della propaganda. Nel 2001 è eletto Senatore nella coalizione dell’Ulivo, questa volta per il Partito dei Comunisti Italiani e nel 2007, come da manuale, entra nel PD da cui poi si distacca entrando nell’AMPI di cui è Presidente dal 2020.

https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Pagliarulo

Non potrebbe che essere così visto il taglio politico dell’Associazione “maxima” dei partigiani, in barba all’appartenenza variegata, non solo comunista, delle formazioni militari di liberazione dal nazi-fascismo, ma non importa. Il Presidente Pagliarulo afferma oggi di non essere putiniano e di condannare l’invasione. Tuttavia, secondo il quotidiano la Repubblica, Pagliarulo avrebbe definito nel 2014 su FB il Governo Ucraino “Regime nazistoide di Kiev“, dopo la prima guerra nel Donbass, denunciando anche l’espansionismo della Nato e scritto pezzi di analogo tenore che sarebbero comparsi sulla rivista dell’Anpi Patria Indipendente in difesa della Russia e contro i “nazisti” ucraini. Inoltre, il Presidente avrebbe chiesto esplicitamente di non portare bandiere della Nato alla manifestazione del 25 aprile di quest’anno perché considerate” inappropriate in questa circostanza in cui bisogna parlare di pace“. Nulla di più condivisibile, se non per il fatto che la Presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello gli avrebbe replicato a tal proposito: “È curioso che nella stessa conferenza stampa si sia detto no alle bandiere Nato e sì a quelle palestinesi.

https://www.repubblica.it/politica/2022/04/18/news/anpi_pagliarulo_vecchi_post_ucraina_nazisti_russia_nato-345903382/

È singolare che, a tutt’oggi, qualcuno riecheggi le idee di un tempo di Pagliarulo, le quali, se non altro, prendendo atto del suo ripensamento, sarebbero almeno state espresse anni fa. Chiamare nazisti, (probabilmente a causa di alcune formazioni militari di fanatici) un popolo o il suo Governo, dopo che, sia Stalin che Hitler, fecero terra bruciata di quella nazione e oggi, come loro, la sta facendo Putin, è un offesa alla storia, ai morti del passato e soprattutto a quelli del presente. Non risulta tra il 1930 e il 1931, epoca di deportazione nei gulag siberiani di circa 1.800.000 ucraini da parte dei sovietici, l’esistenza di una NATO imperialista e guerrafondaia o di un suo simulacro, causa per una certa sinistra nostalgica di “tutti i mali del mondo”. I moderni “storici” comunisti, durante l’avanzata della Germania alla conquista dell’Unione Sovietica nel 1941, evidentemente fanno fatica a ricordare i milioni di civili e militari ucraini sterminati dalla guerra e dalle atrocità naziste durante la loro difesa del suolo, in quel tempo sovietico, nonostante le deportazioni di Stalin avvenute solo dieci anni prima. Ogni slogan che colleghi la NATO all’invasione russa di queste settimane o alle presunte o dimostrate posizioni di estrema destra di un popolo (o parte di esso), oltre a essere antistorico è ridicolo, soprattutto se parliamo di Resistenza italiana che fu armata proprio dagli alleati, antesignani dell’alleanza atlantica, e non certo dai sovietici.

Un’ultima considerazione: sapete come i russi/sovietici chiamavano il Muro di Berlino? “Barriera di protezione antifascista”…

Buon prossimo 25 aprile.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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