Un’anziana signora si ammala. Il medico che la segue, dopo numerose visite ed esami, studia il caso e formulando la diagnosi propone una terapia. Il figlio scettico si oppone e il medico gli dice: «Caro signore il problema è che, pur se la malattia è in fase avanzata, con quella terapia avremo il 70% di probabilità di remissione. Se lo combattiamo ci saranno molte chance di sconfiggere il nemico». Il figlio risponde: «No dottore, il problema è un altro! La malattia a mia madre l’ha causata mio fratello, con cui non parlo più da anni. Le sofferenze che le ha dato l’hanno fatta ammalare, per cui il maggior nemico da combattere non è la malattia, ma mio fratello.»
Orbene, ieri è riapparso in video il padre di tutti i talk show della storia televisiva italiana il cui solo cognome evoca trascendenza ideologica. Michele Santoro intervistato da Formigli, sua creatura del passato, a proposito della guerra mossa da Putin contro l’Ucraina, ha sentenziato: “Voglio che Putin venga processato, ma il nostro maggiore nemico non è lui, è la guerra“
Un’affermazione forte, anzi un monito a tutti coloro che invece odiano il benessere, il progresso e soprattutto la pace. Per lui è meglio sempre dividere nettamente i buoni dai cattivi così che i “buoni” che ripudiano la guerra possano abbattere a colpi di anatemi i “cattivi”, ai quali hanno appioppato lo stigma di guerrafondai. Secondo la sua narrazione le crisi mondiali, onnipresenti dall’origine della specie umana, esitano in conflitti, solo per colpa degli amanti della guerra e invece potrebbero essere risolte semplicemente stigmatizzando quest’ultima. Di certo, come è tipico dei barricaderi televisivi, è più suggestivo scandalizzarsi che cercare di capirci qualcosa, magari per tempo e con sufficiente obiettività. Ma a lui non manca l’intuito, magari ha qualche problema con l’obiettività. È sufficiente urlare che il peccato originale dell’uomo non fu quello di Adamo ed Eva, ma della NATO e degli USA le cui colpe, certo non poche, sono sempre e comunque alla base di ogni male del mondo. Nella retorica anti atlantica pescavano pure Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere, cercando di fermare Cristoforo Colombo correndo disperatamente sulle spiagge di Palos, nel tentativo di evitare la scoperta delle Americhe. Il fatto è che accusando gli Stati Uniti di malefatte che vanno dalla genesi di ogni guerra nel mondo alla diffusione del Covid, al cambiamento delle stagioni, e magari pure della seconda esclusione di fila dell’Italia ai mondiali di calcio, si assolvono automaticamente i responsabili di qualunque nefandezza esistente, fino a giustificare indirettamente ogni crimine militare e non. I néné di molti (né con gli USA né con Putin) sanno di “mi giro dall’altra parte, ma con classe intellettuale…” tanto nessuno mi obbliga a guardare la realtà, per cui mi piazzo in un punto più alto e fisso tutti mentre si scannano, indignandomi comodamente dalla mia posizione, estranea alla canea sottostante.
Quindi il “Vate” dei talk ci illumina dichiarando che il problema è la guerra e che nessuno si è indignato quando Bush ha invaso l’Irak. Beh, sarà pur vero, ma se il problema è il fratello cattivo e non la malattia della madre va bene lo stesso, basta essere sempre dalla parte giusta…