Dagli al sessista! Questa è la sintesi di un accorato grido di protesta avente come capofila le solite Boldrini e Cirinnà (quella abbandonata dalla “cameriera” e costretta a occuparsi delle incombenze domiciliari). Il tema è una statua inaugurata a Sapri, che ricorda la nota spigolatrice in abiti troppo succinti per essere una semplice opera d’arte.
Il “sessista” di turno sarebbe un certo scultore Emanuele Stifano il quale pare si sia rifiutato di fornire spiegazioni in merito. D’altronde, il silenzio sul senso della propria opera, oltre a essere un suo diritto, sarebbe una cosa non infrequente nel mondo degli artisti, così come la critica d’arte avrebbe tutto il diritto di esprimersi negativamente in merito. Leggo su un social un post di una certa Chiara Savettieri, ricercatrice in Storia della Critica d’arte all’Università di Pisa che spiega tecnicamente perché quella statua è criticabile in quanto non conforme a canoni storici e stilistici che solo un addetto ai lavori potrebbe comprendere.
https://www.facebook.com/100006653443712/posts/3065939906971094/
Poi però conclude il lungo commento affermando: “Rimproveriamo dunque all’artista la banalità della sua scelta, o meglio la superficialità. Ed anche il cattivo gusto.”
Sono un convinto sostenitore delle competenze e non discuto il commento tecnico della ricercatrice, ma un dubbio mi viene. Quel commento finale, da competente di Storia della critica d’arte, quale senz’altro è la dottoressa Savettieri è proprio legato all’analisi artistica sul nudo femminile, con tanto di concetti antichi come il decorum e dotte citazioni di artisti come Monet, Munch, Klimt, Shiele? Già, perché poi si liquida tutta la lezione accademica di critica artistica con il semplice “cattivo gusto”. Non ricordo analoghi commenti per le “opere d’arte” di “Ceci n’est pas un blasphème”, Festival delle arti per la libertà d’espressione contro la censura religiosa, patrocinato dal Comune di Napoli, dove campeggiano in spazi di affissione municipali riproduzioni di fumetti con bestemmie in primo piano.
In questo caso i canoni storico-stilistici, o il semplice buon gusto, sarebbero in regola per il paludato mondo della critica d’arte? Magari ci possono illuminare le onorevoli Boldrini e Cirinnà tra un aperitivo a Capalbio e una mostra degli impressionisti, rigorosamente senza nudi di donna…