Oggi è un giorno inatteso. Non perché sia inipotizzabile la morte di chiunque, ma perché il trapasso della figura di Berlusconi sì. Difficile immaginare che non ci sia più. Non importa come la si pensi, ma lui nella politica degli ultimi quarant’anni c’è sempre stato. Vorrei immaginare un epitaffio, ma non il suo. Quello, che magari comparirà tra cent’anni, di chi a poche ore dalla sua morte ha elencato malignamente tutte le decine di processi intentati contro di lui, tutti, eccetto in un caso (poi esitato in una riabilitazione), finiti con un’assoluzione. Chi ha giocato con la sua morte nascondendosi dietro il “diritto supremo” e “inalienabile” della satira, e del pessimo gusto, chi lo ha definito un “prescritto”, salvo da condanne per “cavilli”, chi non lo ha riconosciuto come un personaggio rilevante della politica, ma solo un donnaiolo inveterato, chi sostiene che avrebbe modificato in peggio “l’etica” di questo Paese .
Qui giacciono, dopo un’esistenza vissuta grazie al rancore con il quale hanno potuto condurre una vita agiata. Li ricorderemo (…forse) per la capacità di inventare una nuova forma di informazione, tutta basata sull’odio e al tempo stesso di guadagnarsi da vivere con quell’odio, con il quale si sono sempre distinti con merito. Rimpiangeremo la loro irrilevanza, ma non la loro presenza nel mondo dell’informazione, né ricorderemo la loro figura, ma solo per un inutile attimo rammenteremo la loro malmostosa retorica verso chi, che piaccia o no, rimarrà invece nei ricordi di tutti gli italiani.
Pace alla loro (trascurabile) anima.