Dal dopoguerra, si sta finalmente compiendo una vera catarsi della democrazia. Il ventennio berlusconiano non ha fatto testo. Per la sinistra è solo stato un abbaglio collettivo degli italiani generato da un super piazzista che ha ipnotizzato le masse. Era necessario solo rovesciarlo e tornare a governare, senza votare, pur di auto legittimarsi. Ora però si è votato e le elezioni hanno espresso dei vincitori che non sono i soliti abituati a primeggiare a tavolino. È l’esercizio della democrazia! Difficile da digerire per chi quella parolina l’ha masticata per settantacinque anni ritenendola una proprietà intellettuale senza averla mai provata davvero. In democrazia può accadere di tutto, addirittura può vincere e governare chi prende più voti, cosa inconcepibile per la sinistra se chi vince non è gradito. Quando il M5S ha preso il 33% nulla è stato eccepito. Stavano per andare al governo non idee ma personaggi, in nome e per conto di un comico decaduto, come Di Maio, Toninelli, Bonafede (…alias Dj Fofò) e nessuno si è preoccupato più di tanto. Oggi qualcuno vince le elezioni senza equivoci e sembra di vivere in un’emergenza nazionale perché Ignazio La Russa, ex missino, è stato eletto Presidente del Senato e un semisconosciuto, ma leghista, come Fontana, Presidente della Camera. Abbiamo avuto Presidenti della Repubblica inneggianti all’invasione sovietica in Ungheria, Presidentesse della Camera staliniste, Presidenti del Consiglio, esponenti del PCI, che hanno dichiarato guerra ad altri Paesi, ma conta solo il fastidio che per la prima volta in Italia la destra abbia vinto democraticamente le elezioni. La corte dei miracoli dell’opinionismo militante e inquadrato, senza ancora l’esistenza di un governo, già strilla al golpe fascista, ma non è ancora chiaro se il colpo di stato sia stato vincere le elezioni o governare per decenni senza mai concederle.
In un mondo senza contenuti com’è quello della politica, la colpa della sinistra nasce dalla propria incapacità di “vedere” il mondo, di conoscerlo. La sinistra è cieca di fronte alla realtà, non la sa leggere, perché è immersa con la nostalgia e la memoria in un suo remoto e onirico passato di regale vanagloria. Il presente non esiste e la stessa realtà del passato è diventata una sorta di favola, un “racconto” che ha incantato e incanta ormai solo chi può permetterselo, come sosteneva Ennio Flaiano a proposito dei comunisti. La conseguenza è che quel mondo si muove senza veramente vedere la propria condizione reale e soprattutto non vede quell’inganno di cui tutti sono falsamente inconsapevoli.
La democrazia vera spaventa, come un fantasma apparso all’improvviso; fatevene una ragione e se non ci riuscite, pazienza…