Ittiocoltura

Distrazione di massa

Clima piovoso. Tutta Italia sguscia tra pozzanghere, porfidini viscidi e grondaie intasate dalle foglie. Il rumore costante della pioggia  stimola a rimanere sotto strati di plaid e piumoni pur di non affrontare le mattinate feriali sotto l’acqua. Il maltempo è l’ideale per distrarsi dalle cose reali che nel frattempo continuano ad avvenire, anche se occultate dalla nostra distrazione. Qualcuno lo sa molto bene. Ogni volta che le cose vanno male, per non dire malissimo, e al governo c’è la sinistra “de noartri”, parte una campagna di distrazione di massa. Come in una prevedibile perturbazione autunnale dagli arsenali si mobilitano emergenze razzismo, terrorismi nazisti e impellenze fondamentali come lo ius soli. La pioggia induce a rimanere chiusi in casa al calduccio e l’indignazione pilotata invoglia a non pensare alle cose realmente urgenti di un Paese vittima di sé stesso e, come direbbe Gianni Canova, della propria ignorantocrazia. Quest’ultima va intesa come potere che ignora e che si affanna a distrarre in ogni modo le persone purché ignorino. La questione del mercato del lavoro, a cui si aggancia il dramma dell’Ilva di Taranto, la totale disconnessione tra fiscalità e mondo reale, il sistema giustizia che è sempre più simile a un tritacarne, sono temi di cui evidentemente si ha paura di parlare o di farlo sulle prime pagine. Meglio distrarre le masse con il pesce azzurro. Banchi di sardine, guidati dalla stessa mano sinistra che mena il can per l’aia sull’indignazione di massa,  nuotano da una piazza all’altra con in testa un unico scopo: demonizzare Salvini. E quando, ammesso che ci riescano, il diavolo sarà ricacciato all’inferno a suon di pinnate, torneremo a parlare di come affrontare i problemi reali? Non credo. Penso che si andrà alla ricerca di qualche altro Salvini da disegnare a testa in giù, da dare in pasto a qualche migliaio di ragazzini mentre, vestiti da pescetti,  festosamente continueranno a illudersi di difendere una democrazia che tale non è mai stata. Nel frattempo gente col faccione giocondo di Zingaretti continuerà ad abbarbicarsi a un potere che nessuna maggioranza elettorale, al netto di quelle parlamentari tra le più avvilenti, gli ha concesso. È tenero pensare che quei ragazzi usino come slogan io non abbocco quando non c’è n’è alcun bisogno: sono pesci già nati e cresciuti in una vasca da allevamento e i proprietari sono gli stessi di sempre.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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