Seduto in quel caffè, Io non pensavo a te, Guardavo il mondo che, Girava intorno a me…
Ebbene, oggi non è il 29 settembre ma il 14 gennaio del 2019 e mentre gustavo il mio caffè prima di andare in ufficio ho dato un’occhiata ai titoli dei principali quotidiani per guardare il mondo che mi gira intorno, come suggerisce Lucio Battisti. Corriere della Sera, taglio alto (articolo principale):« POLEMICHE SUL CELIBATO Ratzinger chiede di togliere la sua firma dal libro del cardinale Sarah. Lui: «Ecco le lettere, lui sapeva». Taglio medio: REALI La Regina e gli anni di «libertà» a Malta, ecco perché capisce Harry e Meghan Elisabetta ha deciso: «Sì a nuova vita». Taglio basso: Inverno alla rovescia: neve sui dromedari in Arabia, a Londra fiori nei giardini. La Repubblica, Taglio alto: La Corte d’Appello di Torino: “C’è un nesso tra uso del cellulare e alcuni tipi di tumore”. Taglio medio: Tennis, ritiri e malori per il fumo degli incendi: è caos all’Australian Open. Taglio basso: M5s, la svolta in Rousseau: lascia il numero due Bugani, incarico per Di Battista. La Stampa, taglio alto: Ratzinger-Sarah, scoppia il “libro gate”. E Gänswein chiede di rimuovere la firma del Papa emerito. Taglio medio: Sarraj firma la tregua in Libia, ma Haftar strappa e lascia Mosca: “Accordo inaccettabile”. Taglio basso: Meghan non voleva più sentirsi dire da William che cosa poteva e non poteva fare.
Dalle notizie in prima pagina desumo che sia bastato ricacciare “il mostro verde” Salvini nelle condotte fognarie, come auspicato dai pesciolini azzurri che ripopolano le piazze-acquario del Paese, per eliminare il malcontento degli italiani. Non si parla più di politica e del nostro malumore. Da un momento all’altro siamo diventati tutti così felici che la recessione economica, la crisi del lavoro, la fiscalità senza una logica di crescita, l’immobilismo decisionale non esistono più. È black out mediatico sul Governo, sulla sua politica ma anche sull’opposizione e la sua azione di alternativa. Chissà, forse lo tsunami di malmostosità montante minacciava di portar via senza pietà quel simulacro di ministri, viceministri, sottosegretari, a partire dal Premier “Giuseppi”. Di quest’ultimo si apprezza la recente “sferzante” dichiarazione di politica estera: “l’Italia sostiene per la Libia il percorso già disegnato sotto l’egida Onu”. In compenso il numero uno della Farnesina, il Ministro Di Maio, ha usato parole ancora più forti: “Non ci può essere una soluzione concreta e duratura senza il coinvolgimento di Paesi vicini alla Libia, così come l’Algeria e il Marocco. È insieme che bisogna lavorare verso un nuovo approccio, che coinvolga tutti al tavolo del dialogo”. Mentre mi chiedevo quanti chilometri dividessero la Libia dal Marocco, e al peso internazionale dell’Italia pari a quello di un neutrino, ho pensato che il trattamento da allievi di scuola materna riservatoci da questi politici in fondo è proprio ciò che ci meritiamo. Siamo solo capaci di guardare dietro di noi. Bettino Craxi, affossato dall’ipocrisia che ci contraddistingue (…e anche dal PCI), oggi sarebbe un gigante in mezzo ai lillipuziani, ma questo non significa che il presente e il futuro non possano essere migliori di un Giuseppi o un Giggino o anche di un brutto sporco e cattivo Salvini. Possibile che per augurarsi un Paese più stabile e più competitivo con il mondo si debba ricorrere all’imitazione di Craxi e della sua impressionante leadership nel bene e nel male? Possibile che la narcosi giornalistica sui temi nostrani si prefigga di addormentare la marea di scontenti che, a parte le piazze, avrebbero come unica espressione un voto continuamente negato? E allora, ripensando a queste cose, mi sono immerso nelle vicende di Harry e Meghan e tuttavia Mi son svegliato, E sto pensando a te, Ricordo solo che, Che ieri non eri con me…