“…bisogna con chiarezza denunciare che maschi gay, militanti trans, donne transfemministe, discriminano e insultano tutte le persone, in particolare le donne, non conformi al pensiero dominante (sostenuto colpevolmente dai gruppi dirigenti del centro sinistra), che si oppongono alla mercificazione dei corpi, alla compravendita dei bambini, alla cancellazione della differenza sessuale.”
Chi è l’autore di queste parole estrapolate dall’HuffingtonPost? Forse di Salvini, in un suo discorso al Papeete di fronte a un consesso di bagnanti fascistoidi e intolleranti? Forse di Giorgia Meloni durante una presentazione improvvisata del suo ultimo libro sul marciapiede di fronte alla libreria che ha rifiutato di vendere il suo volume? Forse di Silvio Berlusconi dal predellino delle sua carrozzina nei corridoi del San Raffaele prima delle dimissioni dall’ospedale? Mi spiace deludervi, ma l’autore è un certo Aurelio Mancuso, per la cronaca ex Segretario Nazionale Arcigay dal 2002 al 2007, poi presidente nazionale sempre di Arcigay dal 2007 al 2010 e ora presidente e fondatore di Equality Italia. Non un pericoloso militante di estrema destra, ma un alto dirigente Pd.
È sempre stato difficile considerare le persone per le opinioni al posto l’appartenenza, ma giudicarle in base alla non appartenenza è il vecchio coniglio magico della sinistra: se non si riesce a incidere sulla realtà, quest’ultima si deve piegare alla “volontà democratica” su cui la sinistra ha sempre rivendicato il monopolio. Per raggiungere lo scopo sono leciti tutti i mezzi. Educhiamo tutti attraverso i media, esattamente come un tempo fecero gli odiati preti dagli altari per la Democrazia cristiana. Insegniamo a tutti che libertà di opinione e pluralismo appartengono solo a chi professa le idee “giuste”. Chi la pensa diversamente o se ne deve stare nella propria caverna censurata, o si faccia rieducare al pensiero unico. L’imperativo è accusare, chi non è allineato, di alzare i toni, di usare un linguaggio violento. Risultato? I principali promotori di tali processi alla fine sono proprio costoro, gli “educatori”. Il rifiuto di contemplare la possibilità di un pensiero diverso segna la contraddizione anti-democratica all’interno della sinistra moderna mondiale. Chi parla di “destre”, tradisce con quel plurale l’intenzione di contrapporsi a chiunque non la pensi nello stesso modo. L’impossibilità di riconoscere nella diversità della vita reale pluralità di pensiero e opinione conduce la sinistra al paradosso autoritario del politicamente corretto, che deve comunque prescindere dalla realtà, anzi, a tutti i costi deve necessariamente diventare la realtà. Ed ecco lo strumento di quel mondo ideale, che serve solo a garantire il risultato “democratico”, del consenso (…neanche più elettorale) unica legittima espressione di quel pensiero. Chi se ne frega se le foto immortalano l’amicizia e la stima reciproca tra Opal Tometi, co-fondatrice di Black Lives Matter, e il dittatore venezuelano Nicolas Maduro, tanto, secondo il politically correct i suoi crimini atroci, l’incarcerazione dei dissidenti e un popolo intero alla fame, non sono poi così gravi dal momento che li ha compiuti dichiarando di essere a favore di un “welfare universale” per il suo popolo. Che importa se Hamas con il pretesto di una protesta per gli sfratti di decine di famiglie palestinesi dalle proprie case nel quartiere di Sheikh Jarrah dal 6 maggio ha iniziato unilateralmente a lanciare una pioggia di razzi su Israele. Sui media “democratici”, contano solo i morti causati dalla reazione israeliana che evidentemente contano più di quelli di Tel Aviv, dei quali non si parla quasi mai.
https://www.ilgiorno.it/mondo/ragioni-conflitto-israele-1.6359197
L’importante è fissarsi sempre sul dito, per far sì che si eviti di guardare la luna.
A qualcuno conviene così…