Le Srl, ovvero le società a responsabilità limitata, sono un’allettante strumento per l’esercizio comune dell’attività d’impresa. L’unione fa la forza e, anche in questo caso, non c’è niente di più vero: quando più persone si mettono insieme e uniscono le proprie capacità per raggiungere un obiettivo comune, il traguardo diventa senza dubbio più facile da raggiungere. Ogni socio versa una quota e tutte diventano il patrimonio della società. Se poi quest’ultima va in perdita ogni socio perde solo la quota che ha messo a disposizione. Per questo la responsabilità di ogni componente della Srl è limitata. Ma se per società non si intendesse solo quella relativa a un connubio economico, ma quella allargata e generale che include tutti noi? È in atto la polemica sui “giovani untori”: ragazzi che, con il proprio comportamento irresponsabilmente anti sociale, non rispettando le misure di prevenzione e protezione anti Covid, sarebbero, secondo alcuni, la causa unica dell’impennata di nuove positività al virus. Peccato che una proporzione tra il 40 e il 60% delle nuove infezioni origina dai cosiddetti contagi di ritorno. Questi includono: turisti e pendolari italiani che rientrano dall’estero, ma anche stranieri che per turismo o lavoro approdano da noi e udite udite stranieri che approdano in Italia clandestinamente. Di quest’ultima categoria ovviamente è vietato parlare o se se ne parla guai ad ammettere che esista, alla faccia del negazionismo. Anzi, per evitare di affrontare la questione si è pensato di far ricorso all’irresponsabilità dei giovani che si assembrano e, privi di mascherine, sarebbero, secondo la versione dei media mainstream, l’unico temibile serbatoio di Covid nel Paese. Brutte persone i giovani, così egoisti e superficiali da mettere a repentaglio la società, di cui rappresentano una quota importante, con la loro irresponsabilità. Peccato che, come nelle Srl, la loro sia una responsabilità limitata al contesto e al momento politico. Definirli bravi, intelligenti e responsabili oppure mostri è questione di poco. Questi ragazzi, oggi così irresponsabili da non salvare né il mondo né i nonni, sono i medesimi che il ministro dell’istruzione invitò, nel nome delle regole, a scioperare contro la plastica e il riscaldamento globale. Al tempo erano così responsabili, corretti, sensibili, regolati. Schiere di giovani sardinati che responsabilmente marciavano “tutti contro uno”, l’orco Salvini, e allora piacevano tanto alle stesse testate giornalistiche che oggi li definiscono untori decerebrati. Che mondo meraviglioso è il nostro: se sei giovane, oggi sei un eroe, domani il peggior criminale. L’importante è essere funzionale a qualcosa o qualcuno. Che strano, è esattamente lo stesso destino di noi sanitari nell’era del Covid: ieri angeli salvatori della patria, oggi indagati, insultati e umiliati con una mancia, peraltro mai percepita per cavilli kafkiani, da un Governo, un sistema giudiziario e un mondo dell’informazione, tutti accomunati da uno spiccato senso dell’umorismo.