È iniziata in grande stile la campagna elettorale. Con effetti devastanti sugli avversari la Lega di Salvini ha sfoderato il primo successo pre elettorale con uno spot televisivo travolgente. Bisogna complimentarsi con gli ideatori per gli effetti impressionanti sull’elettorato e, direi, decisivi sulle future elezioni amministrative. Un sentito e sincero plauso ai nuovi sponsor della Lega Lili Gruber e Massimo Giannini direttore della Stampa. Su la7, nella trasmissione Otto e mezzo, sono riusciti in un sol colpo a indignare gli elettori del Pd, o almeno quelli non benestanti, non salottieri, che magari fanno fatica ad arrivare a fine mese e che si aspettano da un partito che porta nel nome l’aggettivo “democratico” il rispetto per le idee di tutti e la capacità di ascoltare i bisogni delle persone. Mentre Salvini rispondeva a continue domande da gossip serale tipo: “Lei si è vaccinato? E quando si è prenotato? Ma sua figlia di 9 anni si vaccinerà? Invece suo figlio di diciotto ha deciso o no di farsi vaccinare?” i due interlocutori, armati di un’aria permanente di superiorità divertita e saccente, lo dileggiavano in barba a chi avrebbe avuto piacere di sapere cosa aspettarsi in caso di vittoria del Centrodestra alle prossime elezioni. Gruber e Giannini insieme a Parenzo, Concita De Gregorio e a numerose altre facce televisive rappresentano il paradigma del distacco aristocratico tra la sinistra e le persone comuni. Cavalcano tale distanza tacciando di populismo con disprezzo e riprovazione non solo chi approfitta del disagio di un’intera base per fini elettorali, ma chiunque esprima necessità che stimolino risposte concrete a problemi concreti. Un tempo se non eri di sinistra eri fascista, oggi sei fascista, razzista e soprattutto populista. Saper ascoltare gli altri evidentemente per loro è cosa volgare e non merita attenzione. Mi viene in mente Alberto Sordi ne “Il Conte Max” in treno sulla carrozza ristorante attorniato da un nugolo di nobili che sproloquiano di illustri parentele, rami familiari, cognomi altisonanti. Lui, umile giornalaio, rimane devastato, ancorché isolato, da quel circolo ristretto nel quale, fino a quel momento, aspirava a entrare, spacciandosi per il Conte Max Orsini Varaldo. Penso che un uomo o una donna comune, di sinistra e magari di buon senso davanti alle divagazioni sfottenti della Gruber nei confronti di un ospite, non a lei allineato, siano rimasti disorientati per il settarismo e l’incapacità di parlare di cose che interessano i comuni mortali. Forse era meglio l’ideologia faziosa e ottusa di una sinistra, ormai ridotta a fossile, convinta qualche millennio fa di fare l’interesse degli ultimi. Almeno chi ci credeva era ammalato di utopia, ma oggi la contessa Gruber, il duca Giannini, la marchesa De Gregorio, con tutti i loro relativi rami nobiliari, rappresentano in pieno lo spirito araldico della gauche di oggi. Comunque, un altro paio di trasmissioni così, magari con i principi Letta, Prodi e Bersani che promuovono una tassazione sull’uso delle consonanti o sulle camicie hawaiane e il Centrodestra unito probabilmente supererà il 50% dei consensi senza neanche sforzarsi. Suggerirei per le suddette casate nobiliari il motto: Ab alto in altum (dall’alto verso l’alto).