Che meraviglia noi italiani: santi, poeti, navigatori e smemorati. La santità, la poesia e l’amore per il mare difficilmente sono smarribili, la memoria sembrerebbe di sì.
Quando dai sorrisini giulivi di Di Battista e Travaglio traspare l’indignazione travestita da ironia emerge tutta quella strana amnesia tipica di chi simula la perdita della memoria per non pagare dazio. Ma di questi tempi è difficilissimo agire e non lasciare traccia nel Grande fratello mediatico e anche se oggi l’incoerenza si è trasformata in valore, il prezzo da pagare è quasi sempre garantito. Basta farsi un giro sui quotidiani del passato e il gioco è fatto.
Non più tardi di ieri il trio Travaglio-Di Battista-Conte, divertiva il pubblico di fans fingendo di indignarsi per le liste di presunti filo putiniani pubblicate sul Corriere della Sera.
Di Battista: “È una vicenda indegna. In un Paese civile i giornalisti dovrebbero indignarsi per primi, perché evidentemente qui sta diventando un reato avere opinioni. Colpisce il silenzio assordante della stampa che, anziché indignarsi, sbatte il mostro in prima pagina con foto segnaletiche. Questa è una vergogna”
Travaglio: “Questa lista dei filoputiniani pubblicata dal Corriere è una cosa vergognosa. Una volta i giornali i dossieraggi li svelavano e li denunciavano, non facevano da buca delle lettere e da ventilatore per spargere lo sterco in giro per la rete e per le edicole”
Conte: “Ho dato un’occhiata a quelle foto segnaletiche e a quella lista di proscrizione, ho visto anche che è stata abbinata a presunte inchieste del Copasir, secondo me bisogna stare molto attenti. Anzi trovo indegno che si facciano delle liste di proscrizione con immagini di alcune persone estraendo delle frasi che hanno detto e delle opinioni espresse. Il nostro Paese è bello perché siamo in democrazia, teniamocela stretta questa democrazia”
Uno tsunami di anime pure sotto l’effetto dell’ amnesia italica che però hanno dimenticato il loro mentore Beppe Grillo. Già, perché l’Elevato, come egli piace definirsi e non a torto vista la leggerezza con la quale levitano le proprie convinzioni e la sua proverbiale “coerenza”, una decina di anni fa lanciò sul suo sacro Blog la caccia ai giornalisti ostili al M5S.
Eh sì, al grido di: «Segnaleteceli!» il comico invitava i militanti freschi freschi di honestà, honestà a denunciare pubblicamente il giornalismo anti grillino, esponendo nomi e cognomi al linciaggio mediatico. Solo che in quegli anni Travaglio e Di Battista erano forse distratti, il primo con la santissima crociata anti Berlusconi e l’altro con la lettura approfondita di Topolino contro la Banda Bassotti e non hanno avuto il tempo di dedicarsi all’indignazione per il gesto dell’Elevato, che evidentemente, in quel caso, non era per loro degno di stigma. Conte all’epoca risultava non pervenuto perché in pochi avevano (conte)zza della sua esistenza.
Per cui cari miei diffidate della memoria di molti personaggi pubblici, con il tempo peggiora soprattutto se il ventilatore di Travaglio rischia di sparare al contrario…