Faccio zapping e mi imbatto nella trasmissione su la7 “L’aria che tira”. Conduce David Parenzo, presenti Riccardo Barenghi giornalista, Jacopo Fo figlio di Dario, Anna Ascani parlamentare del Pd, Roberto Arditti noto giornalista e altri ospiti. C’era soprattutto il Professor Luca Ricolfi, sociologo e autore del volume “Il follemente corretto”. Il tema è la genesi distorsiva del passaggio dal politicamente corretto al follemente corretto. In breve, il professor Ricolfi, promuovendo il suo ultimo libro, sostiene che tale pervasiva evoluzione sia una caratteristica ormai stabile dell’universo progressista in termini mondiali e propone alcuni esempi come la vittoria di Trump nel 2016 dovuta, a suo parere, alla reazione degli americani contro la cultura woke radicata negli USA, così come, cita il sociologo, alcune Compagnie aeree che hanno abolito per motivi di inclusione gender la frase di benvenuto che si rivolgeva ai passeggeri con “gentili signori e signore” perché non sarebbe neutra. Infine Ricolfi cita il successo editoriale del libro del Generale Vannacci come una reazione al follemente corretto cavalcato dal mondo della sinistra italiana ormai su ogni campo. La reazione del conduttore e di alcuni ospiti “progressisti”: risatine di scherno e dileggio sull’opinione del professore. “Quindi sarebbe colpa della sinistra se Vannacci ha avuto tutto questo successo!?” chiede divertito e irridente il conduttore al noto accademico. Quest’ultimo non fa un plissè e continua sulla sua strada confermando quanto appena detto. Bene, è inutile dire che condivido ogni singola parola del professor Ricolfi, ma la “democratica” reazione dell’uditorio alle sue tesi non fa che confermare l’impossibilità di elaborare un qualunque dibattito interno alla follia di posizioni ideologiche oltre ogni confine di ragionevolezza che la sinistra di questo Paese continua a sostenere, con lo snobismo radicale e la lontananza dalla realtà che la contraddistingue.