Sea watch: violare le leggi e diventare eroi

Bravi! Tutti indignati e schierati per difendere “l’eroina” Carola. È tempo di collette, nella miglior tradizione anni ‘70 quando ci disperdevamo nelle strade per chiedere qualche moneta ai passanti per poi collettivizzare il gruzzolo e riutilizzarlo per qualche canna, birre o altro. La colletta organizzata a favore della nuova Guevara del mare, giusto per fronteggiare le spese legali, a tutt’oggi è arrivata a quasi trecentocinquantamila euro, non qualche spicciolo. Nel frattempo l’Italia arcobaleno esulta per l’atto di disubbidienza alle leggi di uno Stato sovrano, pur se governato da persone che ci piacciono poco, per non dire nulla. Le stesse leggi che gli stessi contributori della colletta difendevano a gran voce nei girotondi dell’indignazione di qualche anno fa, ma che se vengono violate per una causa ritenuta in linea con il pensiero unico, va bene così. Tutti, in nome dell’umanità verso i migranti ammassati sulla Sea Watch, ammassano denaro a favore non di questi ultimi ma di un simbolo delle ONG. Già, perché chi si affanna a mostrare empatia verso il carico umano della nave, non si rende conto che altri esseri umani che sono arrivati in Italia, non certo tramite organizzazioni non governative, ma con organizzazioni criminali sono sbarcati regolarmente senza problemi. Qualora avessero arrestato i delinquenti, che organizzano la tratta umana nessuno avrebbe eccepito nulla come è logico che sia. Allora, viste le proporzioni della raccolta di fondi per l’eroina tedesca, propongo una colletta per chi, nel nostro paese viola le leggi con scopi benefici a favore del vicino di casa nullatenente o pensionato  con la minima che non copre neanche il vitto fino a fine mese, malato, disabile, vecchio autore di reato dimenticato ed escluso da ogni reinserimento sociale, parente disperato di uno psichiatrico o psichiatrico egli stesso, travolto e distrutto dai debiti verso l’Agenzia delle entrate, licenziato e non riassunto perché troppo vecchio, obbligato alla povertà e al razionamento della compagnia dei suoi figli da una sentenza di un giudice civile dopo una separazione, alcolista che vorrebbe togliersi la scimmia dalle spalle ma lo Stato non è in grado di fare qualcosa per lui, obbligato da barbone a dormire per terra in un centro cittadino perché lo Stato non è in grado di dargli un tetto sulla testa, reso nullatenente da un terremoto dentro una baracca/container dopo dieci anni. Potrei continuare ancora per molte pagine, ma nessuno di quelli che hanno raggiunto la stratosferica cifra della colletta per il simbolo Carola ha mai messo un euro per quell’altra umanità con l’unica colpa di non provenire dall’Africa via mare convogliata da un’ONG.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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