Sa(n)remo gli ultimi a riveder le stelle.

Ho visto solo scampoli del Festival, soprattutto in differita, visto che soffro di una singolare sindrome dislessica sanremese: non riesco a concentrarmi per più di dodici secondi davanti alle immagini in diretta del teatro Ariston. Il mio record (qualche minuto) l’ho raggiunto nel ‘96 dopo la presentazione di David Bowie, quando sono riuscito a resistere per tutta l’esibizione. Comunque, quest’anno, dicono i media “illuminati”, sembra sia stato il Festival della trasgressione. Slogan femministi, performance LGBT, con tanto di sfregamenti intimi, esposizione pubblica di foto private di parlamentari carnevalati e non allineati, devastazione di costose scenografie, finanche seminari di diritto costituzional – musicale da parte di ex comici (è ormai una costante in questo paese il passaggio naturale dei comici alla carriera politica e mai il contrario…), Presidenti della Repubblica che per la prima volta nella storia non assistono al Festival dal divano del Quirinale, ma sul posto. Beh, visto che quest’anno il tasso di trasgressione è stato quello sopra descritto, proporrei al prossimo direttore artistico del Festival (che, secondo tradizione Baudiana nazionale,  sarà sempre Amadeus per i prossimi venticinque o trent’anni) la formula per l’anno prossimo più trasgressiva di sempre. Ad esempio, sarebbe spaventosamente provocatorio e dissacrante concentrare tutta l’attenzione su un tema ormai represso dal sistema politico plutocratico di chi ci governa: le canzoni. Comprendo la sconcerto provocato da questa rivoluzionaria proposta e sono consapevole delle conseguenze repressive a mio carico dell’attuale dittatura in corso, ma sono pronto a pagare il prezzo della mia libertà di espressione.

Anzi, mi sento di aggravare la mia posizione proponendo un’attenta selezione mirata alla qualità della musica italiana da lanciare in diretta sul palcoscenico. Poi, per essere ancora più eterodosso, proporrei un dress code sobrio ma elegante, grandi professionisti del balletto e delle coreografie, scketch di comici famosi del presente e del passato, monologhi di grandi attori italiani e non, non necessariamente propagandistici o con secondi fini politici. Comprendo l’anticonformismo di queste cose e d’altronde, uscendo dalla clandestinità, vorrei diffondere a tutti questa notizia rivoluzionaria: la gente a casa avrebbe voglia di svagarsi dopo gli anni di m…a passati e attuali e per farlo cosa ci sarebbe di meglio di un Festival della canzone e non dell’ omologazione ideologica? In quanti, se scelgono di guardare il Festival di Sanremo, hanno voglia di arrovellarsi il cervello con temi sociali e politici complessi, gestiti da personaggi ipocriti e soprattutto inappropriati?

Mi rimane solo attendere il mio arresto da parte della polizia politica di questo paese per il grave reato di opinione contenuto in questo post. 

Viva le opinioni!

Viva la libertà!

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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