La faccia tosta dei lagnanti TV.

Sfrontatezza, spudoratezza, sfacciataggine, faccia tosta-di bronzo- come il culo-da schiaffi-di tolla, tracotanza, protervia, impudenza, temerarietà.

Il gioco tra sinonimi materializza lo spirito di chi urla al lupo al lupo sull’esercizio del libero pensare ed esprimersi. Frotte di “sinistri”, come definiti dall’attrice/autrice Chiara Francini, si autovittimizzano in perfetto stile Fazio per una presunta censura in RAI. Strano, visto che nessuno pare sia stato rimosso con lettera di licenziamento, ma tutti si siano dimessi per motivi economico/ideologici. Fazio con il suo contratto, già cospicuo, raddoppiato dalla Warner Bros. (con al seguito la ruota di scorta Litizzetto), Annunziata (se non ricordo male in passato diventata Presidente RAI sotto un “fascistissimo” Governo Berlusconi,), Saviano (pubblicato sempre da un editore che si chiama Berlusconi), forse tra poco anche Augias, anch’egli per protesta, non si sa in merito a cosa, (anche se credo che nessuno di costoro avrà difficoltà ad arrivare a fine mese…). Tutti loro e la cerchia di giornalisti e testate amiche gridano alla lottizzazione fascista, fino a ora totale e per interi decenni decisa e mantenuta da parte opposta. Ciononostante, denunciano il clima da ventennio che metterebbe loro il bavaglio. Fazio addirittura si fa fotografare con alle spalle una copia del giornale socialista “L’Aurore” sul quale lo scrittore francese Émile Zola pubblicò il “J’Accuse” contro i nemici di verità e giustizia. Un paragone (…non certo casuale) quello tra il Capitano Alfred Dreyfus e sé stesso però dal sapore cabarettistico, considerato che il primo fu ingiustamente accusato con infamia e arrestato, mentre lui sta volontariamente scivolando, dopo quarant’anni di RAI, da un contratto di 1,9 mln di euro ad un altro di 2,5 mln di euro.

Sostanzialmente è come imbavagliarsi da soli, per poi togliersi il bavaglio, urlare invettive, magari in risposta a qualche politico non gradito, un po’ come la sceneggiata della vaiassa (donna dei vicoli napoletani che abita nel cd. “basso”) che urla contro una rivale, per poi rimettersi da sola il bavaglio e incoraggiare l’indignazione pubblica. 

Non credo che tutto ciò sia parte di un disegno occulto di propaganda comunista in stile sovietico. Per quello ci vogliono grandi capacità strategiche ed esperienza che i loro accoliti politici non posseggono di certo. Faccio fatica a immaginare un Frantoianni una Boldrini o una Schlein come Dzeržinskij, Trockij, o lo stesso Lenin. Si tratta per lo più di settarismo calcistico, tifo ultras, paraculo, senza se e senza ma (…soprattutto senza un perché politico) che hanno come unico obiettivo la conservazione dei propri privilegi conquistati fino a oggi nella TV di Stato. Che sarà mai il cambio dei tempi, l’alternanza elettorale e udite udite, la democrazia: per loro è tale solo se governa la sinistra! Al massimo è quest’ultima che deve decidere come debba essere la destra, qualora vincesse malauguratamente le elezioni, e soprattutto come debba comportarsi. 

A proposito di “egemonia culturale”, accezione che pare stimoli Michele Serra sul piano ormonale: il giornalista Pierluigi Battista ha stilato un elenco non certo esaustivo di intellettuali del passato non certo allineati con il dualismo destra-sinistra e con l’egemonia di cui sopra: Federico Fellini, Ennio Flaiano, Carlo Emilio Gadda, Goffredo Parise, Alberto Savinio, Tommaso Landolfi, Eugenio Montale, Nicola Chiaromonte, Raffaele La Capria, Mario Praz, Vitaliano Brancati, Beppe Fenoglio, Anna Maria Ortese, Giovanni Comisso, Piero Citati, Mario Soldati, Pietro Germi, Dino Buzzati, e chi più ne ha più ne metta. Tutta persone che, per il buon Serra e i suoi amici, evidentemente avrebbero potuto aspirare, vista la non appartenenza ad alcuna egemonia intellettuale di sinistra, a élite culturali minori. Un’ultima considerazione: lo stesso Serra ha dichiarato che ci sarebbe “…un brutto clima recriminatorio e meschino”; beh, in un programma che si chiama “Che tempo che fa” il clima è importante e mi sembra sia stato costante e immutabile per tre, quattro decenni. Se ogni tanto assistiamo a qualche cambiamento climatico non è detto che sia una cosa negativa.

PS Salutiamo con simpatia un degno membro (mi spiace ma di questo sostantivo non esiste il femminile…) della suddetta egemonia Luciana Litizzetto con un bel Ciao “Lucianina” bella… ci vediamo al prossimo contratto milionario.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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