Il meraviglioso mondo di Fedez

Bravo Fedez! Il ragazzo prodigio della musica italiana, marito della ragazza prodigio dei social, ha scoperto che il mondo, compreso quello della comunicazione, è fatto di sistemi. La RAI, compresa RAI 3 è uno di quelli. I malcapitati funzionari nella telefonata trappola del cantante sono semplicemente parte di una struttura superiore che, qualora non avessero adempiuto a quanto da loro detto telefonicamente, si sarebbe abbattuta sulle vite lavorative di questi ultimi. 

La mia non è né un’assoluzione né una condanna dei dirigenti RAI, è solo una constatazione disincantata. Prendersela con quei due è come lapidare chi attacca manifesti per il loro contenuto, dimenticandosi di chi li ha pagati per affiggerli. Fedez se la prende con la violazione della libertà di espressione e anche qui un “Bravo!” se lo merita, ma trovo insolito che la rete in questione, RAI 3, tradizionalmente espressione di una precisa parte politica, prima censuri Fedez telefonicamente e poi, di fatto, lo applauda in piazza, sul palco del primo maggio. Sarà l’aria fresca della Große Koalition Draghiana, sarà il venticello del cambiamento, ma tutto questo è decisamente irrituale. Peraltro, è inutile pretendere che Fedez non si scagli solo contro affermazioni miserabili, vere o presunte che siano, di politici leghisti. È in fondo il primo maggio e citare, a proposito di insulti e affermazioni sessiste ripugnanti, il professore dell’Università di Siena contro Giorgia Meloni, o la Guzzanti che disse, in una pubblica piazza: «Tu non puoi mettere alle Pari Opportunità una che sta là perché ti ha succhiato l’uc…lo!», oppure Lidia Ravera che nel 2004 sull’Unità fece le seguenti notazioni fisiognomiche su Condoleeza Rice, segretaria di Stato Usa: «Con quelle sue guancette da impunita è la lìder maxima delle donne-scimmia» o anche l’atleta russa Elena Isinbayeva, che per avere goffamente difeso le leggi anti-gay di Putin si beccò questo augurio da parte di un esponente del Pd sardo: «Per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza», non sarebbe come hanno detto i due funzionari Rai “opportuno”.

https://www.ilgiornale.it/news/interni/renato-brunettaquegli-insulti-senso-unico-che-non-indignano-988823.html

Il primo maggio come noto non è la Festa dei lavoratori, o perlomeno di tutti i lavoratori: è il festival mondiale delle sinistre e guai a gettare ombre sul sol dell’avvenire, anzi, in tempi di pacificazione, semplicemente adombrare tutti quelli che siedono allo stesso tavolo di Palazzi Chigi. 

Anzi, a proposito della proposta di legge Zan, che chiede di aggiungere all’art. 604 bis e ter del Codice penale, che punisce chi “…propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione…” la frase “oppure fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”, proporrei allo stesso Zan di estendere la sua proposta con l’eccezione”…solo per chi non è di sinistra…”.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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