Diego

Diego
Mi sento strano. Non provo nulla. Le orecchie ascoltano parole dalla TV e gli occhi seguono a fatica piroette funamboliche sui campi di calcio di mezzo mondo. Il cervello è però scollegato da occhi e orecchie, pigro, disamorato e dissociato da una retorica funebre scontata. È morto un uomo, una persona e le persone quando se ne vanno per non tornare si assomigliano tutte. Siamo solo corpi tutti uguali. Nulla ci distingue e questo è quanto. Faccio partire un disco di Robyn Hitchcock e il mio cervello si ricorda di esistere, vibra, sembra ribellarsi al piattume di una morte uguale a tutte le altre. Poi il silenzio. Già, un silenzio che prelude a qualcosa che si manifesta solo in quei momenti che non ti aspetti. Un torrentello di ricordi si gonfia fino a diventare un fiume in piena e poi solo emozioni. Io nella mia cinquecento che giravo con Marco Piancastelli tra Via Posillipo e Mergellina, con la cappotta aperta e l’autoradio estraibile che gracchiava la notizia dell’avvenuto acquisto di Diego. Noi allo stadio tutte le domeniche sulle gradinate per ore e ore in piedi solo per vederlo riscaldarsi qualche minuto prima della partita e poi salutare il pubblico con il cenno di una mano e poi e poi…

Ci sono infiniti tipi di emozioni e poi c’è l’Emozione. Quella è unica, indivisibile. Si manifesta solo quando lo stupore si unisce alla gioia, alla pazzia, al dolore. Alcuni non la vivranno mai, altri la vivono tutti i giorni e impazziscono, altri la vivono mentre su un divano pensano a qualcosa di banale e poi i ricordi esplodono senza preavviso. E mentre ricordo quando l’Emozione la vivevo tutte le domeniche e tutti gli altri giorni pensando alla domenica successiva, una lacrima scivola sulla mia faccia e sorrido, perché oggi non è successo niente: i sogni avverati non possono morire, mai.

Ciao Diego, a presto, alla prossima Emozione.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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